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Intervista a Francesca di The Bluebird Kitchen + Idea fai da te riciclo

Nell'intervista di oggi vi presentiamo Francesca Giovannini di The Bluebird Kitchen che ci parla di sogni, carriera, sostenibilità, cucina e ci propone anche un'idea di riciclo facilissima da realizzare.

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Un microcosmo fatto di animali, piante, cucina e sostenibilità è il mondo di Francesca Giovannini, fondatrice e content creator di The Bluebird Kitchen, un blog dedicato a cucina e lifestyle, che tratta il tema della sostenibilità con estrema delicatezza e spontaneità. Conquistati dalla filosofia di vita di Francesca (e anche dal suo banana bread!),  abbiamo pensato di presentarvela nell'intervista di oggi in cui parliamo di sogni, carriera, sostenibilità, cucina e vi proponiamo anche un facile progetto di riciclo, spiegato proprio da lei. Buona lettura dal Team di Privé by Zalando!

Francesca Giovannini The Bluebird Kitchen
©Giulia Cozzolino

CONOSCIAMOCI MEGLIO

Da dove prende ispirazione il nome The Bluebird Kitchen e come nasce il tuo progetto?

Il nome è legato ad un tatuaggio che ho sui polsi, due piccoli uccellini di Bluebird. Il Bluebird nell'iconografia nord americana è legato all'arrivo della primavera e all'inizio di una nuova stagione di prosperità e gioia. Questo piccolo uccellino dal piumaggio blu e rosso porta con sé molti significati legati alla positività, la gioia e la serenità. Mi sembrava un buon nome da dare a qualcosa che racchiudesse la mia più grande passione, ovvero la cucina.

Il vero "volo" l'ho preso un po' inconsciamente nel settembre del 2014 quando durante un pomeriggio decisi di aprire il blog. Non sapevo dove mi avrebbe portato e che cosa ci avrei "realmente fatto", però sapevo che avevo bisogno di dare un nome e un luogo, seppur virtuale, a qualcosa che sentivo dentro e che avevo bisogno di "far volare” per concretizzare la mia passione per la cucina.

Di cosa ti occupavi prima di The Bluebird Kitchen e quando hai sentito che c’era il bisogno di un cambiamento?

Ho fatto e cambiato molti lavori nella mia vita, quando ho aperto il blog ero impiegata e mi occupavo di gestione ordini e sviluppo prodotto ed è il lavoro che ho fatto fino ad un anno fa quando ho capito che era giunto il momento di chiudere un capitolo per poter dedicare completamente tutte le mie energie al mio progetto personale.

Tutti i lavori che ho fatto però, nonostante fossero molto diversi gli uni dagli altri (dalla receptionist alla commessa, dall’impiegata in un ufficio stampa alla baby sitter) mi sono serviti per aggiungere un tassellino che in qualche modo mi sta servendo anche oggi, nonostante il mio lavoro sia ben lontano da quelli fatti in passato. Alla fine, tutto, ma proprio tutto, serve.

gli errori e i cambi di direzione inaspettati sono proprio quelli che ci aiutano a raddrizzare il tiro e a imparare davvero qual è la strada che fa davvero per noi e che vale la pena percorrere.

Francesca Giovannini The Bluebird Kitchen
©Giulia Cozzolino

Quali sono state le sfide più grandi nell’avviare la tua attività? Hai dei consigli che ti senti di condividere con chi sta pensando di fare la stessa cosa o di cambiare carriera?

La sfida più grande penso sia stata il prendere coscienza del fatto che ce l’avrei davvero potuta fare, che quello che era nato come un hobby in realtà era cresciuto, stava in piedi da solo e si era trasformato in un lavoro a tutti gli effetti. Credo che per me, sognatrice nel DNA, il passaggio più difficile sia stato proprio fare questo switch per iniziare a guardare alla mia “creatura” con occhi un po’ più “business” e non solo sognanti.

Il consiglio che mi sento di dare è di buttarsi ma con la testa sulle spalle, non bisogna aspettare che sia “tutto perfetto” perché altrimenti non si inizierà mai, soprattutto perché gli errori e i cambi di direzione inaspettati sono proprio quelli che ci aiutano a raddrizzare il tiro e a imparare davvero qual è la strada che fa davvero per noi e che vale la pena percorrere.

Quali invece sono state le soddisfazioni più grandi che hai provato da quando hai lanciato The Bluebird Kitchen?

Penso che la soddisfazione più grande sia stato il capire di essere riuscita a costruire “il mio mondo” da zero e grazie alle mie forze e alla mia tenacia, penso che questa sia la cosa che mi renda più felice e soddisfatta.

Francesca Giovannini The Bluebird Kitchen
©Giulia Cozzolino

Ti capita mai di essere a corto di idee? Se sì, come fai a far ripartire la creatività?

Molto più spesso di quanto si possa pensare. Le idee vanno ad ondate: alterno periodi in cui ne ho una dietro l’altra ad altri in cui non so letteralmente dove sbattere la testa. Di solito quando capito in una fase di “stallo” capisco che è il momento di staccare un po', quindi mi metto a fare altro (meglio se manuale) cerco di liberare la testa e cerco di essere un po’ più indulgente con me stessa concedendomi anche una piccola pausa… Ho imparato che questa è sempre la soluzione migliore.

PARLIAMO DI SOSTENIBILITÀ

Quand’è che hai iniziato a cambiare il tuo stile di vita per renderlo più sostenibile? C’è stato un evento chiave che ti ha portata verso il cambiamento?

Era l’ottobre del 2015 e un sabato pomeriggio mi misi a vedere il documentario “The True Cost” sulla fast fashion e gli effetti che questo modello economico ha a livello sociale e ambientale. Da quel momento è scattato qualcosa dentro di me, è come se si fosse accesa la luce, come se si fosse messo in funzione un meccanismo da cui non sarei più riuscita a tornare indietro. Da quell’evento è iniziato il mio percorso. La mia piccola rivoluzione è partita dall’armadio per poi inevitabilmente abbracciare tutti gli aspetti della mia vita.

Parliamo di sprechi. Dov’è che ti sei resa conto di produrre la maggior parte degli sprechi e come hai fatto a ridurli?

Inizialmente nel mio armadio. Io ero la classica persona che faceva shopping compulsivo senza pensare alle conseguenze, che comprava qualcosa che poi magari rimaneva nell’armadio mai indossato… Lì è dove è avvenuto il primo grande cambiamento. Ho semplicemente smesso di acquistare, ho ragionato su quale fosse il mio vero stile (che ormai era sotterrato da decine di abiti completamente casuali), ho adottato la tecnica dell’armadio capsula per un po’ e pian pianino mi sono “disintossicata”. Adesso acquisto abiti solo se necessari o comunque gli acquisti che faccio sono estremamente ragionati e saltuari, in modo da essere sicura che quel capo verrà sfruttato a dovere e si riesca ad integrare con il resto degli indumenti presenti nell’armadio. Inoltre sto molto attenta al tipo di marchio che scelgo e alla composizione dell’abito prediligendo tessuti naturali, meglio se a basso impatto ambientale, o riciclati.

Io ero la classica persona che faceva shopping compulsivo senza pensare alle conseguenze, che comprava qualcosa che poi magari rimaneva nell’armadio mai indossato…

Francesca Giovannini The Bluebird Kitchen
©Giulia Cozzolino

L’altro ambito dove gli sprechi abbondavano era la dispensa e la spesa. La quantità di packaging che ben presto veniva trasformato in spazzatura era davvero tanto, troppo. Lì ho cercato di diminuirlo facendo spese più ragionate in modo da acquistare solo quello che so che andrò a consumare di lì a poco, così da ridurre gli sprechi. Ho eliminato il monouso (capsule del caffè, tovaglioli di carta, scottex, cannucce, ecc.), acquisto tutta la frutta e la verdura sfusa e cerco di prediligere formati più grandi per quei prodotti che non vanno a male e che consumo frequentemente (come per esempio i legumi). Per limitare i packaging ho sempre una borsa di rete in borsa (ottima perché occupa pochissimo spazio, ma è molto capiente) e bevo acqua in bottiglie di vetro con il vuoto a rendere (vorrei il depuratore così da eliminare anche quelle, ma sto ancora valutando su quale investire). Insomma, cerco di ridurre il più possibile i miei rifiuti.

Per chi è “a digiuno” di sostenibilità, con cosa consigli di iniziare per rendere il proprio stile di vita un po’ più green?

Secondo me la parte più difficile è il cambio di mentalità, una volta che avviene questo, poi tutto risulta più facile. Per prima cosa bisogna chiedersi quando si sta per acquistare qualcosa “ma è davvero necessario? Ne ho davvero bisogno oppure potrei adattare, usare qualcosa che ho già?” Già con questa semplice domanda, i consumi si riducono. Poi si passa alla fase successiva, ovvero all’acquistare cercando di optare per articoli fatti per durare il più possibile nel tempo e che siano in materiali facilmente riciclabili o a basso impatto ambientale, eliminando così il più possibile tutto ciò che è monouso o che fa parte di un packaging non necessario.

Francesca Giovannini The Bluebird Kitchen
©Giulia Cozzolino

Qual è invece il tuo “next step” in fatto di sostenibilità?

Ho appena venduto la mia macchina per passare ad una cargo bike elettrica, così da poterla usare per muovermi in città nelle faccende di tutti i giorni, potendo però anche portare e trasportare dei carichi. Inoltre sto valutando diversi fornitori di energia per poter passare le utenze di casa a dei fornitori di energia rinnovabile (per l’elettricità) e che compensino le emissioni per quanto riguarda il gas.

Pensi che ci siano pregiudizi o stereotipi verso chi ha a cuore questo tema?

Forse in passaggio molti di più, adesso sta diventando la normalità, vedo soprattutto le nuove generazione molto più aperte e già inserite all’interno di un discorso di sostenibilità. Le cose da fare sono ancora tantissime ma il fatto che se ne parli sempre di più e che anche le grandi aziende stiano facendo sempre più sforzi per modificare i propri sistemi produttivi e valoriali penso stia aiutando a creare una “nuova normalità” basata sulla sostenibilità come cardine principale.

Secondo te, qual è il miglior metodo per sensibilizzare verso il rispetto dell’ambiente e delle sue risorse?

Io faccio sempre l’esempio della casa: bisogna pensare al mondo in cui viviamo come se fosse la nostra casa. Non ci permetteremmo mai di distruggerla o di distruggere chi ci vive e lotteremmo con tutto ciò che abbiamo a nostra disposizione per proteggerla e salvaguardare i suoi abitanti… Ecco, la Terra altro non è che la nostra casa, ma su scala più grande.

Francesca Giovannini The Bluebird Kitchen
©Giulia Cozzolino

Secondo te, quanto è importante avere un obiettivo di sostenibilità in comune nella vita di coppia o in famiglia?

Molto, perché ci si riesce a sostenere a vicenda e si riesce a realizzare un cambiamento più profondo rendendo normalità quello che magari per altri non lo è ancora. Penso che questo  poi riesca a portare ad essere anche più propensi a diffondere determinate abitudini anche al di fuori, promuovendo un’educazione in tal senso.

Ci consigli un’idea di riciclo facile da realizzare?

In questo periodo vanno molto di moda le foglie di palma essiccate. Sono molto eleganti, scenografiche, durano a lungo e sono in grado di rendere speciale un angolo di casa. Ho pensato di realizzarle riciclando il cartone delle spedizioni di Privé by Zalando, il risultato vi sorprenderà.

Ecco come fare:

1. Tagliate il cartone in modo da separare i singoli rettangoli che costituiscono i lati della scatola e separate delicatamente i due lati del cartone. Essendo le scatole a due onde, riuscirete facilmente a separarle.

Step 1 DYI Francesca Giovannini The Bluebird Kitchen
©Francesca Giovannini

2. Prendete la parte di cartone con l’onda a vista e piegatela a metà. Disegnate con la matita una forma simile ad una mezza ellisse (potete giocare creando forme diverse) e tagliatela con le fobici.

Step 2 DYI Francesca Giovannini The Bluebird Kitchen
©Francesca Giovannini

3. Aprite il cartone ed iniziate a piegarlo a ventaglio.

Step 3 DYI Francesca Giovannini The Bluebird Kitchen
©Francesca Giovannini

4. Fissate la base con del nastro adesivo di carta in modo che non si apra e, delicatamente, date la forma alla foglia aprendo leggermente le pieghe. Se volete tagliate via dei pezzetti di punta in modo da creare i tagli tipici delle foglie di palma.

Step 4 DYI Francesca Giovannini The Bluebird Kitchen
©Francesca Giovannini

5. Prendete l’altra parte del cartone che avete separato (quella più rigida), tagliate un rettangolo e arrotolatelo in modo da creare il gambo. Fissatelo con il nastro adesivo alla foglia. Ritagliate quindi un altro rettangolo dello stesso cartone in modo da creare una fascia che vada a coprire il nastro adesivo alla base della foglia.

Step 5 DYI Francesca Giovannini The Bluebird Kitchen
©Francesca Giovannini

6. Mischiate le vostre foglie di palma insieme a dei fiori secchi o, se preferite, potete anche decidere di colorarle usando delle bombolette spray.

DYI Francesca Giovannini The Bluebird Kitchen
©Francesca Giovannini

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Una lato nascosto di Francesca che ti va di condividere.

Sono molto timida e riservata. Mi apro davvero a fatica e solo pochissime persone (e spesso neanche quelle) sanno che cosa mi passa davvero per la testa. Ho pochissimi amici e sono una persona estremamente solitaria.

A cosa non rinunceresti mai di ciò che hai ora?

I miei animali e le mie piante… Sanno sempre tranquillizzarmi e mettermi in pace, oltre a strapparmi sempre un sorriso.

Francesca Giovannini The Bluebird Kitchen
©Giulia Cozzolino

Di tutte le ricette, la tua preferita in assoluto è…La focaccia!!! O la pizza… Insomma, ho un problema con i carboidrati :-)Una ricetta da consigliare: facile, ma che dà soddisfazione:I ceci al curry con riso basmati al cardamomo. É una ricetta che si prepara in pochissimo tempo, piena di gusto e che fa sognare paesi lontani. Mi raccomando, non dimenticatevi di mettere anche la cannella in stecca nel curry… è l’ingrediente che fa la differenza.Un rituale della tua routine che ti dà serenità.

Il tour delle mie piante e dell’orto il sabato mattina con la tazza di orzo fumante ancora in mano, le passo a rassegna una per una, le osservo, a volte ci parlo, controllo se stanno crescendo bene e verifico se hanno bisogno di cure o meno.

Un obiettivo per questo 2021 che ti va condividere con noi.

Cercare di riuscire a trovare un equilibrio tra lavoro e vita personale. Al momento è decisamente troppo sproporzionato verso il primo… Vorrei riuscire a ritagliarmi più momenti per me stessa.

Un piccolo spoiler di quello che ci aspetta prossimamente su The Bluebird Kitchen.

La nascita de Il Nido, quello che sarà il mio studio nonché un piccolo spazio eventi dove spero di poter ricominciare ad accogliere quanto prima le persone in cene, brunch, corsi e piccoli momenti di condivisione.

Ringraziamo Francesca per aver condiviso con noi la sua storia e per tutti i consigli che ci ha dato sul tema della sostenibilità. Vi invitiamo a seguirla sul suo blog, profilo Instagram e Pinterest. Ed ora non vi resta che provare anche voi a riciclare i nostri imballaggi per creare meravigliose decorazioni a impatto zero! Buon divertimento dal Team Privé by Zalando. Se invece vuoi saperne di più sul nostro outlet online allora clicca qui sotto.